IN CHE SENSO “ADVENTURE TRANSLATOR”?
Breve storia di come è nato il progetto Aka Denise
Era agosto 2010 e mi trovavo in un’enorme sala conferenze a Roma, con la mia famiglia e centinaia di ragazzi della mia età. Avevo 16 anni e mi apprestavo a esaudire contemporaneamente alcuni dei miei desideri più grandi:
Salire su un aereo
Andare negli Stati Uniti
Vivere all’estero
Imparare una nuova lingua e cultura
Camminare per i corridoi di una vera high school, proprio come nei film
Stavo per cominciare l’avventura più importante della mia vita, partecipando a uno dei programmi di scambio di Intercultura, l’organizzazione no profit che opera dal 1915 per la creazione di una società più inclusiva e aperta nei confronti delle diverse culture. Ho attraversato l’oceano per la prima volta e mi sono trasferita per un anno a Orono, nel Maine. Vivevo in una famiglia e frequentavo la scuola come una qualsiasi ragazzina americana.
È impossibile descrivere in poche righe quanto questa esperienza mi abbia cambiata nel profondo. Mi ha permesso di scoprire il mio amore per le lingue ed è stata fondamentale per farmi capire quanto le culture possano influenzare la nostra visione del mondo. In secondo luogo, mi ha permesso di entrare in contatto con il mondo del trail running, la corsa su sterrato. Appena arrivata a Orono, la mia “mamma ospitante” mi ha accompagnata a scuola per decidere a quali corsi e attività pomeridiane mi sarei iscritta. Lo sport occupa una fetta importante della giornata degli studenti americani, quindi ho dovuto decidere anche che attività fisica praticare. Ho optato per la corsa senza sapere bene cosa aspettarmi, e senza aver ben capito quello che mi stavano spiegando. Improvvisamente, da ragazza relativamente pigra che al massimo andava a fare qualche escursione in montagna ogni tanto, ho iniziato ad allenarmi ogni giorno e a gareggiare nei fine settimana. È stato un cambiamento sconvolgente.
Posso dire senza esitazione che è proprio grazie a questa esperienza che ho imparato l’inglese. All’epoca pensavo di cavarmela piuttosto bene con le lingue, ma non appena ho messo piede su suolo americano mi sono presto resa conto che in realtà non riuscivo a capire assolutamente niente. I miei amici mi prendono tutt’ora in giro per come pronunciavo le parole all’epoca, o per gli errori che commettevo ripetutamente. Quello che poteva sembrare un brutale lancio nel vuoto si è rivelato essere il modo più efficace per darmi una mossa e impegnarmi a imparare.
Al mio rientro in Italia mi sono iscritta all’università di Bolgona, alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Avevo bisogno di saziare la mia fame di lingue e di viaggi. Durante i miei studi ho avuto l’opportunità di partire nuovamente e di trascorrere un anno da Erasmus a Budapest, in Ungheria. Inutile dire quanto quel periodo sia stato ricco di incontri con persone provenienti da tutto il mondo e di viaggi alla scoperta dell’est Europa.
Nonostante amassi quello che stavo studiando, non avevo ancora un’idea chiara di cosa sarei voluta diventare. Ho preso in considerazione l’ipotesi di diventare insegnante di italiano per gli stranieri, dal momento che immaginavo di passare la mia vita all’estero, oppure di studiare mediazione culturale. Entrambe le opzioni però non mi convincevano pienamente.
Dopo la laurea mi sono trasferita a Londra con il mio ragazzo. Non sapevo ancora che direzione prendere, ma ho deciso di lanciarmi in qualcosa di completamente nuovo e diverso rispetto a quello che avevo studiato per schiarirmi le idee.
In momenti diversi, ci siamo trovati entrambi a lavorare come addetti alle vendite per due negozi di attrezzatura e abbigliamento da montagna. Non sarebbe potuta andare meglio!
Sono nata e cresciuta in Trentino, circondata dai boschi e le montagne. Tra i miei ricordi di infanzia più belli spiccano le meravigliose escursioni che facevo con la mia famiglia e i miei amici. In qualche modo però, con il tempo ho iniziato a dare la montagna per scontata, senza riflettere veramente su quanto fosse importante per me.
È curioso vedere come talvolta sia necessario allontanarsi da un luogo per riscoprirne il valore. Lavorare nell’outdoor mi ha aperto gli occhi, mi ha insegnato quanta cura e passione ci sia nella progettazione e creazione di ogni pezzo di attrezzatura o di abbigliamento, mi sono tuffata nell’entusiasmo genuino dei miei colleghi e nella loro voglia di avventura. Mi ha permesso di ricordarmi chi sono e da dove vengo.
Ho deciso così di studiare traduzione, applicando tutte le conoscenze tecniche che ho accumulato a Londra e specializzandomi nel settore dell’outdoor. Quale posto migliore quindi per perseguire una carriera in questo campo se non il “mio” Trentino?
Questo però non basta. Le lingue e la comunicazione sono così interessanti che potrei passare ore a parlare e a pensare a come mai diciamo le cose in un certo modo, alla storia che si nasconde dietro ai modi di dire, a come possa cambiare il significato di una frase se detta in un contesto o con un tono diverso… Ci sono così tante cose da imparare! Generalmente questo spirito di scoperta e curiosità non si associa alla mia professione. Mi piacerebbe quindi adottare un approccio diverso, che mi permetta di mostrare le meraviglie dell’inglese e dell’italiano, spiegando perché le traduzioni automatiche non siano sufficienti, condividendo la mia passione per le lingue e, perché no?, magari invogliare anche gli altri a fare lo stesso. Vorrei che ci si soffermasse di più a pensare al perché ci serviamo proprio di quelle parole. Ecco come è nata l’idea della traduzione dell’avventura.
Che cos’è, quindi, l’adventure transaltion?
Il concetto non si limita al fatto che traduco nell’ambito degli sport di montagna, ma prende più che altro ispirazione dal mondo outdoor applicandone l’attitudine a un campo completamente diverso, quello delle lingue.
Questo approccio mi permette di fare quello che più mi piace e di amare il mio lavoro quanto la corsa in montagna.
Significa irrorare la mia passione per le lingue con la stessa energia che mi spinge a raggiungere le vette.
La traduzione dell’avventura è come vorrei che fosse qualsiasi tipo di traduzione: un viaggio alla scoperta di lingue e culture diverse, con lo spirito di un esploratore.
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